La maturazione affettiva, fisica, cognitiva e relazionale implica il superamento di "compiti di sviluppo", non sempre privi di difficoltà per i bambini e gli adolescenti.
Molti bambini affrontano i cambiamenti con serenità o disagi solo temporanei, altri invece faticano ad affrontare i cambiamenti tipici della crescita e manifestano segnali o sintomi di sofferenza psicologica e/o relazionale. Altre volte sono gli eventi di vita non previsti che che possono mettere alla prova le capacità di adattamento del bambino e dell'adolescente: lutti, malattie, cambiamenti scolastici vissuti negativamente, separazione dei genitori, rapporti con i compagni difficili, etc. I segnali di disagio o i sintomi sono spesso espressi a livello non verbale e si riscontra in genere un mutamento delle caratteristiche tipiche del bambino o un peggioramento significativo: calo del rendimento scolastico, opposizione alle regole, paura scolastica, preoccupazioni frequenti, timidezza eccessiva, rituali ripetitivi, isolamento, eccessiva emotività, etc. Seguendo il modello cognitivo e cognitivo-comportamentale, le difficoltà psicopatologiche dell’infanzia e dell’adolescenza vengono inquadrate in una prospettiva temporale che tiene in considerazione sia la fase dello sviluppo in cui si trova il bambino o l'adolescente, sia l’evoluzione dei sintomi e dei meccanismi che lo mantengono. Particolare attenzione viene data al ruolo delle relazioni interpersonali (in primis i genitori, poi la famiglia allargata, la scuola, i coetanei, etc.) nel rafforzare e mantenere le difficoltà e alle risorse personali del bambino o dell'adolescente (atteggiamenti, abilità congnitive, gestione emotiva, credenze disfunzionali, etc.). Fondamentale è inoltre l'attenzione alle esperienze di attaccamento: nei primi anni di vita il bambino crea degli schemi mentali di sé stesso e degli altri, ed impara a conoscere e gestire le proprie emozioni grazie alle esperienze di relazione con le figure affettive di riferimento. Saranno questi schemi e "abilità" di gestione emotiva a orientare il bambino nell'affrontare la crescita e gli eventi stressanti. A volte però possono rivelarsi inefficaci di fronte a particolari eventi critici e favorire lo sviluppo di un disagio o un disturbo psicologico. In questo senso la psicoterapia cognitivo-comportamentale amplia e rende maggiormente flessibile il bagaglio di schemi mentali e la capacità di gestione delle emozioni. Di seguito sono indicati alcuni disturbi tipici dell'età evolutiva:
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ANSIA E PAUREL’ansia è un’emozione prevedibile in particolari momenti di passaggio o di sviluppo, come le prime separazioni dai genitori o esperienze di pericolo, ma può perdurare per lungo tempo e interferire con le attività scolastiche o i rapporti sociali del bambino o dell’adolescente, configurandosi come un disagio più importante.
L’ansia si può manifestare attraverso sintomi fisici come mal di testa, mal di pancia, etc. o paure di allontanarsi dai genitori o di andare a scuola. Può manifestarsi con preoccupazioni eccessive, irrequietezza o facile distraibilità. In alcuni casi il bambino o l’adolescente possono sentire il bisogno di ripetere comportamenti come lavarsi le mani o riordinare oggetti. A volte può anche accompagnarsi da alterazioni del comportamento o rabbia. PROBLEMATICHE DI COMPORTAMENTOCapricci, discussioni, insistenza per ottenere qualcosa, manifestazioni di rabbia e frustrazione, sono tipiche manifestazioni dell'espressione dei propri bisogni e desideri e delle richieste di maggiore autonomia. Quando l'ostilità, le provocazioni, la resistenza alle regole o gli scoppi di rabbia divengono frequenti e di difficile gestione per genitori o insegnanti e alterano anche i rapporti sociali con i coetanei, questi comportamenti possono configurarsi come un disturbo sul quale è necessario intervenire.
ESPERIENZE TRAUMATICHE
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